GREEN BORDER Il film di A. Holland ci parla di “Confini” territoriali e non solo
fotografia di redazione
“Viviamo in un mondo in cui sono necessari grande immaginazione e coraggio per affrontare tutte le sfide dei nostri tempi. La rivoluzione dei social media e l’intelligenza artificiale hanno ostacolato sempre di più̀ l’ascolto di voci autentiche. A mio avviso, non ha alcun senso impegnarsi nell’arte se non si lotta per quelle voci, se non si lotta per porre domande su questioni importanti, dolorose, a volte
Nozze di sangue al Teatro Biondo di Palermo
Fotografia Antonio Parrinello
Egle Palazzolo
Solo settanta minuti di spettacolo e, all’insegna di uno dei più noti testi di Garcia Lorca, al teatro Biondo, un pubblico foltissimo è pronto all’applauso. A lavorare su una particolare rilettura di “nozze di sangue” è il regista Lluis Pasqual che del poeta andaluso va considerato un esperto. La sua proposta è un invito a rincorrere il dramma in un contesto scenico che mescola la parola
I sorrisi non fanno rumore: Intervista a Enrica Tesio
Deborah Pirrera
La prima volta che ho sentito parlare di Enrica Tesio è stata leggendo un suo post su Facebook. Le sue parole mi hanno colpita, il modo in cui usa le parole mi ha colpita: pesanti e leggere allo stesso tempo, senza fronzoli, di quelle che mirano al sodo e ti tirano dentro. Seguendo il suo profilo il più delle volte le sue parole mi fanno letteralmente morire dal
Inferno e non ritorno
Egle Palazzolo
“Il male riconosce il male e lo elegge suo ambasciatore nella terra”. Ce la prendiamo di peso questa frase che ci porta a dire grazie a Chiara Muti, regista concreta e creativa che spinge senza tregua un suo Don Giovanni, ora riconoscibile ora nuovo, calato con costante istanza di contenuti nella scena, nei suoi cambi, nei suoi colori che hanno la sovranità del grigio e del nero.
In tandem
“ll Dono”. Intervista a Paola Barbato
Deborah Pirrera
Non amo i Thriller, solitamente non rientrano tra le mie letture preferite. Conosco alcuni classici del genere e ho avuto modo di apprezzarli ma non posso definirmi una intenditrice. Eppure so riconoscere quando mi trovo un buon libro tra le mani, anche un thriller. Uno di quei libri che ti fanno fare tardi la notte, che non vedi l’ora di leggere perché vuoi sapere come va a finire,
“Tre Ciotole” di Michela Murgia
Deborah Pirrera
Non ho fatto in tempo a scriverne prima che il cancro le fosse letale ma ho fatto in tempo a leggere Tre ciotole prima di quella data. Forse influenzata dall’annuncio che la stessa Michela Murgia aveva fatto della sua malattia, forse attratta da un libro che parlava del dolore curiosa di sapere se ne avesse saputo scrivere in maniera lucida e insolita, la stessa che aveva mostrato nel comunicare al