Deborah Pirrera

La prima volta che ho sentito parlare di Enrica Tesio è stata leggendo un suo post su Facebook. Le sue parole mi hanno colpita, il modo in cui usa le parole mi ha colpita: pesanti e leggere allo stesso tempo, senza fronzoli, di quelle che mirano al sodo e ti tirano dentro. Seguendo il suo profilo  il più delle volte le sue parole mi fanno letteralmente morire dal ridere ma poi mi fanno pensare. Sì, mi fanno pensare che stia parlando con me e di me, come se mi trovassi con un’ amica davanti a un caffè, un’ amica che conosco da sempre. In questo Enrica Tesio è brava, molto, e forse lo sa. Sa parlare di cose comuni senza mai essere banale, perché di normalità la vita è fatta più che di eventi eccezionali. Poi è stata la volta del saggio Tutta la stanchezza del mondo, era il Febbraio del 2022 e il libro era stato da poco pubblicato da Bompiani. La storia di una donna, single e lavoratrice, madre di due bambini appena separata che cerca di barcamenarsi tra mille fatiche quotidiane. Una donna stanca in una società che guarda solo alla produttività sfruttando ogni singolo momento e che rivendica il suo diritto di esserlo, stanca. Quella che poi è la storia di Enrica Tesio ma fa da sfondo a una tagliente satira sociale dei nostri anni. “ Questa spasmodica ricerca della felicità, ancora felicità, una felicità per anime forate, che non sono mai paghe, mette in discussione l’idea stessa del dolore e anche dell’alternanza degli stati d’animo. Se soffri e non reagisci oggi sei una vittima e le vittime non piacciono a nessuno, sono petulanti e inutili… Capita però che il dolore, il disagio, un passato o un presente gravoso siano così forti che no, non ci si rialza…”. Si legge in Tutta la stanchezza del mondo. E ancora sulla maternità “Marta mi insegna la meraviglia e il conforto, ha un talento naturale per gli abbracci, non stringe, e dà piccole pacche con la mano sulla schiena, il pat pat dei cartoni. Me lo faceva quando aveva pochi mesi per darmi coraggio, credo”.

Mentre scrivo queste parole è da poco uscito il suo ultimo libro, sempre per Bompiani, I sorrisi non fanno rumore e già se ne parla. E già ve ne parlo perché so  che ne vale la pena. Al capitolo uno succede già  tutto e poi è un susseguirsi di eventi a catena, vi regalo una sola citazione e poi lascio ad Enrica Tesio e alle sue parole la possibilità di raccontarsi “La memoria tiene le persone in vita, ma quando ricordo muoio un po’ io. La vita è troppo breve, mi hanno detto, ma non è vero: è la morte a essere troppo lunga, non finisce mai”.

Dal saggio “Tutta la stanchezza del mondo” al romanzo “I sorrisi non fanno rumore”. E nel mezzo? Cosa è accaduto nel frattempo e cosa è cambiato?

Nel mezzo sono passati quasi due anni che sono niente a questo punto della mia vita, me ne rendo conto quando guardo mia figlia che ha appena iniziato la materna. Cresce in un lampo, è come se il tempo avesse subito un’accelerazione dopo i quarant’anni e soprattutto dopo il raggiungimento di una stabilità sentimentale. Questo naturalmente per quanto riguarda me, il mio privato, dal punto di vista sociale sono accadute e accadono guerre, cambi di governo, ma la stanchezza che racconto nel saggio del 2022 è più o meno rimasta intatta.

Un libro dedicato ai tuoi figli, ancora la maternità come fulcro. Puoi provare a raccontare il tuo ultimo libro ?

La maternità non è il fulcro di questo libro, credo che il fulcro sia la solitudine. La protagonista è un’adulta molto sola nonostante un successo lavorativo importante, perché è una famosa scrittrice e illustratrice di libri per bambini. E proprio a quei bambini che tanto la amano, durante un seguitissimo incontro a teatro, dirà che Babbo Natale non esiste, scatenando le ire social degli italiani nei giorni della Vigilia. Questo è solo l’inizio, perché Antonia si dovrà misurare con le conseguenze del suo gesto, ma anche con un passato doloroso, per ritornare (forse) a sorridere di quei sorrisi puri, quelli al buio che non vede nessuno.

Di recente ho letto un articolo in cui si parlava della difficoltà di essere bambini in una società in cui i genitori non hanno tempo, pazienza e sono sempre impegnati. Vorrei invece una tua riflessione sulla difficoltà che hanno i genitori nell’esserlo in quella stessa società.

Tutta la stanchezza del mondo era una lunga riflessione proprio su questo tema, sulla difficoltà della mia generazione che ha creduto alla bufala del multitasking e si è ritrovata multistanca. Se ne esce solo fermandosi e non assecondando il circolo vizioso del desiderio di avere tempo per poi ritrovarsi a perderlo di continuo, è un esercizio di presenza che però risulta necessario, soprattutto con i figli. Penso che i figli si crescano solo in un modo: sbagliando. Ma che l’unico errore imperdonabile sia quello di non esserci.

Enrica Tesio che bambina è stata?

Una bambina riflessiva, molto docile, non particolarmente divertente. Mio padre usa il termine domestica e credo si addicesse a me, almeno nel comportamento. Il tempo di bambine ribelli sarei stata davvero poco cool.

Per finire, nelle cose che scrivi c’è sempre un confine molto labile tra la gioia e la tristezza. Da dove viene quella tristezza?

Forse da quella bambina, anche se non parlerei di tristezza, ma di malinconia. Si tratta di indole immagino, un piccolo struggimento, ci nasci e finisci per riderne.