Sotto le foglie e La gazza ladra Due film, due nonne, due nipoti e un tema universale: l’amore
Rosella Corrado
Due commedie francesi al cinema in questi giorni, Sotto le foglie di Francois Ozon e La gazza ladra di Robert Guediguian. Protagoniste due nonne, interpretate da due splendide attrici, Helene Vincent, ottantenne, in Sotto le foglie, Ariane Ascaride, settantenne, in La gazza ladra.
Due donne giunte alla terza età con un carico strabordante di vitalità, generose, sensibili, laboriose, forti e decise. Due nonne innamorate dei loro nipoti adolescenti, per i quali farebbero – e fanno –
L’elisir d’amore, in attuale versione al Teatro Massimo di Palermo.
fotografia Rosellina Garbo Ufficio stampa Teatro Massimo
Egle Palazzolo
E per l’elisir d’amore, in attuale versione al Teatro Massimo di Palermo, tutto bene. Senza strattoni né capovolgimenti, la nota e amatissima opera di Gaetano Donizetti, torna in tutta gradevolezza all’applauso di un pubblico assai convinto. Le scene di Nicola Rubertelli sono allegre e coloratissime, le luci di Vinicio Cheli di effetto appropriato, ed è sagace e scanzonata, ricca di
“Terra matta” al teatro Biondo di Palermo ed il Pirrotta mattatore.
fotografia ufficio stampa teatro Biondo
Egle Palazzolo
Non era facile, ma ce l’ha fatta, Vincenzo Pirrotta a fare teatro con “terra matta”.
Un rischio davvero se, non si è attori come lui e non si vive sul palcoscenico come a casa propria, se non si è appassionati, generosi e, soprattutto, creativi.
Coadiuvato da Lucia Portale, Alessandro Romano, Marcello Montalto cast in dovuta simbiosi con le essenziali musiche rese da Luca Mauceri,
Faust al teatro Massimo di Palermo. Una vera attrazione, quasi un passo obbligato per scrittori, per pittori, per compositori, per critici.
ph © rosellina garbo
Egle Palazzolo
Possiamo ben dirlo, a proposito del doctor Faust che sin dalla prima volta che ci si imbatte in lui, nella sua
storia e nel suo fitto rapporto con Satana, si rimane fatalmente imbrigliati.
Un personaggio a tutto tondo ma egualmente, in ogni suo pezzo, smontabile e riducibile sino a dannazione
o salvezza.
Una vera attrazione, quasi un passo obbligato per scrittori, per pittori, per compositori, per critici.
La
Umberto Santino: Appunti per un libro di versi, Di Girolamo Editore, Trapani 2025
Daniela Musumeci
Di Umberto Santino conosciamo e apprezziamo tutti la scrittura nitida, asciutta, diretta, concreta di cui si materiano i suoi numerosi e imprescindibili studi sulla mafia; come conosciamo la sua graffiante satira politica che riecheggia Luciano e Giovenale. In minor numero, però, abbiamo letto e amato le sue ricerche storiche, per esempio sulla Santuzza o sul Trionfo della Morte, le sue favole (Dalla parte di Pollicino, Le fiabe di
“Sarabanda” regia di Roberto Andò al teatro Biondo di Palermo
Egle Palazzolo
“Sarabanda” è omaggio a Ingmar Bergman che lo firmò come sequel televisivo tanti anni dopo “scene da un matrimonio” e che può considerarsi quasi un testamento di cui si fa pesante ogni ereditarietà’. Dieci scene, quattro personaggi che si alternano due per volta e un insormontabile diniego ad ogni modalità di relazione e di contatto, ad ogni concessione di perdono, ad ogni possibilità di amare o di accettare