Rosalba Bellomare

Era un disastro annunciato! Accade spesso in questa terra di Sicilia, ai possibili disastri si risponde con un semplice: “tutto a posto”, le denunce c’erano state gli abitanti di quel rione di palazzine realizzate con i risparmi di una vita, da molto tempo, anni, sono stati lì a denunciare le forti preoccupazioni per l’odore sgradevole di gas, tuttavia alle loro preoccupazioni si rispondeva tutto a posto.
Eppure, 4 palazzine sono saltate in aria come avessero avuto sotto chili e chili di dinamite. Un grande boato e 9 morti sulla coscienza di chi? Ma di nessuno certamente, come tutto ormai nel paese Italia, non sapremo mai i responsabili, malgrado ciò in questi giorni sulla stampa qualcosa è venuto fuori. Dal caso Ravanusa spicca una Italia che non fa manutenzione, che non protegge i cittadini, con istituzioni spesso distratte e aziende private e pubbliche che pensano come sempre al profitto e non alle vite delle persone.
Anche in questo disastro, come per esempio quello del ponte Morandi a Genova, dopo il fatto si parla di precedenti allarmi, dei quali prima non c’erano state tracce.
La società che gestisce l’impianto di metano anche a Ravanusa è l’Italgas, commissariata nel 2014 da parte della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, società controllata al 100% da Snam, era la prima volta che una società quotata in borsa subiva una misura del genere. I PM di Palermo avevano richiesto e ottenuto per Italgas il commissariamento in seguito a una inchiesta partita sulla società Gas spa, società riconducibile a Vito Ciancimino, ma gestita formalmente dall’imprenditore Ezio Brancato. La stessa Gas nei primi anni duemila risultava essere sotto il controllo del figlio di don Vito, Massimo. “Il 76% delle tratte di rete indagate doveva essere sottoposto con urgenza a un intervento di risanamento”: così scrivevano gli amministratori giudiziari nominati dal tribunale di Palermo nel procedimento di prevenzione che interessò Italgas nel 2014, dopo aver controllato, attraverso un pool di tecnici, la rete del metano gestita dalla società nell’agrigentino, Ravanusa compresa. Da accertamenti a campione erano emerse gravi situazioni di rischio.
La società Italgas dichiara che nessuna indagine e rilievo fu fatto al tempo dell’amministrazione giudiziaria del 2014, come invece sostengono gli amministratori del periodo. Italgas ricorda anche che il blocco fu disposto dall’allora Presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, (!!) come tutti ricordiamo radiata ormai dalla magistratura e condannata “per affari illeciti nella gestione dei beni confiscati”.
Oggi sulla coscienza di molti ci sono nove morti, e noi siamo commossi nel leggere la lettera di commiato del professore Carmina ai suoi studenti: “usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha; non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi: infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente.”