La commedia dell’enigmatico trio familiare, considerata il manifesto del relativismo pirandelliano, conserva fascino, interesse e grande attualità

 Rosella Corrado

 Il Così è (se vi pare), visto al Teatro Biondo per la regia di Luca De Fusco, conferma che ad oltre un secolo dalla sua prima apparizione la commedia dell’enigmatico trio familiare, considerata il manifesto del relativismo pirandelliano, conserva fascino, interesse e grande attualità. 

La regia di De Fusco, che si avvale di un notevole cast di attori tutti apprezzabili e convincenti, si ispira al saggio di Giovanni Macchia “Pirandello o la stanza della tortura” rimarcando la crudeltà dei gretti provinciali spettatori di un dramma intimo che essi con morbosa curiosità intendono ad ogni costo scoprire. L’allestimento scenico – con le poltroncine da sala teatrale o studio televisivo e il microfono cui il signor Ponza e la signora Frola e infine anche la signora Ponza sono chiamati a deporre la propria versione dei fatti – mi ha ricordato una ipotesi di messinscena ideata da un mio alunno e presentata all’interno di un più ampio e articolato lavoro su Così è al Convegno pirandelliano di Agrigento Pirandello e il Teatro nel 1992. Ditemi se non sembra scritta oggi.

TITOLO: Così è (se si ottiene l’audience)

Prossimo futuro, una popolarissima trasmissione della più famosa rete televisiva internazionale esistente al mondo, la WBC. Un’audience mai raggiunta: il pubblico in sala è in delirio. 

Il caso di oggi: dopo il misterioso omicidio della signora Jones, si cerca di scoprire la paternità del suo figlioletto Ivan, nonché unico erede delle immense fortune del nonno materno. Il primo dei due contendenti è il notissimo attore di soap opera, John McHarties. Lo abbiamo ammirato nel ruolo di Willy, nonché in molti altri famosissimi successi. Il secondo concorrente è il playmaker della squadra di basket campione del mondo, Richard Powerr.  Purtroppo   uno dei due si è macchiato dell’orrendo delitto della madre di Ivan, e alla fine della trasmissione, quando si saprà la verità, verrà giustiziato in diretta: la polizia è infatti certa che colui che non è il vero padre abbia ucciso l’unica persona che conosceva la verità, la povera signora Jones, per poter mettere le mani sull’eredità. “Ci è quasi impossibile credere che uno di questi due personaggi, così tanto amati da tutti noi, possa aver commesso un così efferato delitto” annuncia lo showman con tono solenne tra le grida del pubblico.

Il processo si svolgerà in linea di massima come il dramma pirandelliano, sotto forma di dibattito, con l’inserimento nello show di servizi moralmente vuoti il cui unico scopo è quello di catturare l’audience, con l’intervista agli amichetti di Ivan o alle attuali partners dei due contendenti. Lo stesso bambino, chiamato in causa, non saprà decidere chi dei due sia il genitore, asserendo di aver passato le vacanze alternativamente con i due chiamandoli entrambi “zio”. La stampa propone l’esame del DNA: ma si è già notato che John McHarties ha ricevuto il maggior consenso del pubblico e quindi il consiglio di amministrazione della WBC decide di dichiararlo vincitore affidandogli la paternità, esibendo un arbitrario esame del DNA. Richard Powerr verrà quindi giustiziato in diretta e si preoccupa solamente di rendere la sua morte indimenticabile, immerso nel suo ruolo di star.

Quando al consiglio di amministrazione un uomo che avrà conservato un po’ di umanità (in un certo senso il Laudisi pirandelliano) farà notare come il bambino potrebbe risentire della mancanza di uno dei due “zii”, aggiunta a quella della madre, il presidente replicherà freddamente: “sono queste le leggi dell’audience ed in ogni caso esiste il nuovo centro di rieducazione psicologica inaugurato da noi il mese scorso”.

La complessa tematica del Così è, che va oltre l’inconoscibilità della verità, ha offerto molti stimoli creativi agli studenti più sensibili. Un’altra interessante ipotesi di messinscena è stata Così è (lo ha deciso l’Inquisizione). L’aria di conformismo e di chiusura mentale che si respira nel dramma pirandelliano e il clima da tribunale inquisitorio, nel quale i personaggi sono continuamente vessati dai propri giudici aguzzini, infatti, erano senz’altro dominanti nel medioevo della Santa Inquisizione.

Altro interessante lavoro presentato al Convegno Quel che il cinema deve a Pirandello (2011) è stato il confronto tra il Così è (se vi pare) di Pirandello e il film Rashomon di A. Kurosawa.  Esiste una singolare affinità tra il film incentrato sulla impossibilità di scoprire la verità, e la commedia pirandelliana imperniata sull’analogo tema della inconoscibilità e definita da Pirandello “parabola in tre atti del relativismo della verità”.

L’ottimo lavoro di Luca De Fusco, che dà vita ai personaggi pirandelliani stimolando il pensiero critico degli spettatori, mi ha indotta a riprendere le riflessioni dei miei alunni degne di interesse e, spero, di spazio su Mezzocielo. 

Rosella Corrado si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico, all’Università degli Studi di Palermo. Ha insegnato Italiano e Storia presso l’Istituto Tecnico Industriale A. Volta di Palermo. Ha collaborato, dal 1988 al 2016, con il Centro internazionale di studi pirandelliani di Agrigento organizzando a Palermo la presentazione degli annuali Convegni e poi coordinando la partecipazione dei gruppi di studio costituitisi ai Convegni pirandelliani di Agrigento. Ha inoltre curato la pubblicazione dei lavori più originali degli studenti, discussi al Convegno. Ha ideato e promosso a Palermo, insieme all’Associazione per la Ricerca storico critico letteraria, due Giornate di Studio su Letteratura e Industria nella prima metà e nella seconda metà del Novecento occupandosi della pubblicazione dei contributi più significativi. Ha pubblicato articoli sulla rivista letteraria Chichibìo ed. Palumbo.