“ll Dono”. Intervista a Paola Barbato
Deborah Pirrera
Non amo i Thriller, solitamente non rientrano tra le mie letture preferite. Conosco alcuni classici del genere e ho avuto modo di apprezzarli ma non posso definirmi una intenditrice. Eppure so riconoscere quando mi trovo un buon libro tra le mani, anche un thriller. Uno di quei libri che ti fanno fare tardi la notte, che non vedi l’ora di leggere perché vuoi sapere come va a finire,
“Tre Ciotole” di Michela Murgia
Deborah Pirrera
Non ho fatto in tempo a scriverne prima che il cancro le fosse letale ma ho fatto in tempo a leggere Tre ciotole prima di quella data. Forse influenzata dall’annuncio che la stessa Michela Murgia aveva fatto della sua malattia, forse attratta da un libro che parlava del dolore curiosa di sapere se ne avesse saputo scrivere in maniera lucida e insolita, la stessa che aveva mostrato nel comunicare al
“Come d’aria”- Ada D’Adamo
Deborah Pirrera

Faccio parte della ormai nutrita schiera dei lettori di Come d’Aria, libro che si è aggiudicato il recente Premio Strega, a mio avviso tra i più meritati degli ultimi anni, e che ha fatto e fa ancora discutere tra sostenitori, denigratori e chi
SE L’HOMO LUDENS DIVENTA HOMO NECANS
Marcello Benfante
Segnaliamo, da cronisti letterari e senza eccessive pretese critiche, la costante crescita di Gian Mauro Costa come scrittore (si veda il suo intenso romanzo “Luci di luglio”, edito da Mondadori nel 2022) e ora anche come giallista.
“Ti uccido per gioco” (Mondadori, pp.276, euro 17,50), appena apparso nel panorama vastissimo e straripante del poliziesco italiano contemporaneo, si rivela immediatamente come un esercizio (e il termine non sembri
Genitori e Figli
Intervista di Egle Palazzolo
Adelaide J. Pellitteri autrice del libro “La figlia italiana”
Quanto incide nella vita di ognuno di noi il rapporto che abbiamo avuto coi nostri genitori, con uno solo di loro o con entrambi e quanto il loro destino, le loro scelte ci hanno segnato, è problema divenuto ormai ricorrente. In particolare, da quando la cultura dell’analisi e della introspezione hanno posto l’IO, il SÉ, il suo sviluppo,
Al teatro Massimo di Palermo – Pëtr Il’ič Čajkovskij Eugene Oneigin
…E’ una bella musica, in più di un momento trainante e dominatrice, quella che arriva oggi al Massimo quasi venticinque anni dopo, e che Omer Meir Wellber rende in tutta pienezza e talento di esecuzione, ambientato nel ‘900, nella odierna versione, il contesto incappa negli involontari risultati di una visione artistica di tutto rispetto…
Egle Palazzolo
Fu restio, pare, all’ inizio, Peter all’idea di mettere in musica Eugene Oneigin di Puskin, scrittore di grande, osannato talento. Ma alfine