Egle Palazzolo

Cara Elly, auguri! Che tu ce la faccia a segnare la ripresa di un vero, forte, percorso politico nel quale la sinistra sappia dire qualcosa in cui credere e per cui adoperarsi.  Senza esaltazioni ma senza inutili compromessi, senza estremismi, per una verità o per il suo contrario, senza inchiodarsi a un solo piatto della bilancia. Chi ha sperato in una tua affermazione, non contro un competitor di indubbia positiva esperienza, ma per la tua “passione” ancora integra e il tuo vissuto che oggi come oggi ti ha saputo velocemente mettere a contatto con non pochi aspetti della nostra realtà, si ripromette di seguirti e di essere partecipe. Ti esortiamo a cercar di coinvolgere sempre, quando ti è possibile, la base e a farla consapevole dei comportamenti e dei distinguo. Il tuo linguaggio è chiaro, diretto, competente. Ma sarà un bel vantaggio, nel caos e nella ambiguità di cui una certa politica tende a nutrirsi, opporre grinta e ragionamento corretti, documentate affermazioni, e quanto possa diventare bagaglio comune.

Auguri cara Elly e buoni e sinceri amici di cordata: ma un invito finale e da non trascurabile eco, dobbiamo proprio rivolgerlo: fai e pretendi che “amici”, siano tutti, all’interno di un partito che scricchiola da tempo perché ciascuno è minacciato dalla seghetta del suo vicino. Si cerchi e si richieda la dovuta serenità e altrettanto la compattezza. Accordi o disaccordi si stemperino all’interno, empatie valgano solo al bar vicino, laddove è concesso prendere insieme un caffe. Ma poi che sia pranzo comune, e comune determinazione a un brindisi corale per aver fatto centro. Rivalità, rancori, usurate correnti, via. Piuttosto una dialettica forte e onesta, una attenzione irriducibile ai bisogni molteplici di un popolo che la Costituzione definisce sovrano, divenga il leitmotiv di un partito, quel PD che da qualche giorno ha in mano una donna. E fra i molti, noi donne in particolare, vogliamo non perdere una scommessa. Perché abbiamo fatto la fila ai gazebo, l’abbiamo preferita e, non a caso, in questa occasione, siamo soddisfatti e che, forse “ci hanno visti arrivare”