Egle Palazzolo

A Milo, paese di poco più di mille abitanti nel parco dell’Etna, il vulcano – piccola ma toccante nota di cronaca – ha dato cenere e fuoco, del tutto non prevedibilmente a detta degli esperti, proprio mentre si svolgevano i funerali di Franco Battiato. La sua morte, benché da qualche anno vi fosse su di lui un certo silenzio, è stata egualmente improvvisa e ha suscitato nei tanti suoi fans in Italia e fuori, un vero sconforto. Che è poi quello che un po’ tutti ci siamo abituati a registrare quando ci lascia un protagonista del mondo dell’arte, della cultura, dello spettacolo. Si avverte, dovremmo ammetterlo, un piccolo vuoto in più, un tassello che salta, e, celebrazioni a parte, ci ritroviamo a pensarlo per quel che è riuscito a lasciare, a consegnarci. Era un compositore inconsueto, uno di quelli che ti piace tanto o che ti mette in allarme, che ti intriga in ogni caso. E infatti non importa quanto lo preferivi o lo cercavi, dovevi riconoscere comunque che la sua fama se l’era saldamente guadagnata. Appena dopo la notizia della sua morte, tra i tanti servizi sui media che ce lo lasciavano rivedere in numerosi momenti della sua vita, un segno particolare mi è rimasto. Non devo avere pudore di esprimerlo, mi vergognerei del contrario: mentre Franco Battiato cantava De Andrè – omaggio in qualche modo di un musicista poeta a un poeta musicista – al refrain “amore che vieni, amore che vai”, palese emozione e ha dovuto smettere di cantare. E io ho ritrovato per me un senso alto di quella commozione. Questo amore che viene, e che può dare tanto ma che va via negandoti tutto, questo amore cercato, necessario ma fugace, illusorio, mi si è ampliato come riferimento non solo alla coppia ma al mondo intero, che nella sua globalità paga attesa e assenza d’amore. “…  io ti ho amato sempre non ti ho amato mai…”  e quindi errore, casualità. In definitiva, Nulla?

Farò omaggio a Battiato un poco oltre e forse capirò lucidamente la ragione di quel singhiozzo nella voce di un uomo, certamente sensibilissimo, che è andato già via.