È stata una gran bella serata, con tante persone raccolte nel bel giardino di booq, che attutiva appena il caldo. L’affetto e la gratitudine per l’eredità che queste tre donne fuori dall’ordinario ci hanno lasciato traboccavano da ogni intervento e a un certo punto è stato come se loro fossero ancora lì con noi.

Vogliamo ringraziare chi ha speso le sue parole per ricordarle e anche chi silenziosamente era presente, di cui abbiamo sentito la partecipazione attenta.

Un grazie a Massimo Accolla, Piera Fallucca, Valeria Militello, Giuseppe Barbera, Claudia Mirto, Attilio Licciardi, Mariella Pasinati, Gianfranco Perriera, Renata Prescia, Salvatore Savoia, Anna Puglisi, Luisa Stella, che sono intervenuti/e.

Un grazie a Raffaella De Pasquale, Gaetano e Ruggero Cipolla, Germana e Giorgio Filippone, che sono stati/e con noi, ma anche un pensiero ai familiari di Simona, Rosanna e Letizia che non si trovavano a Palermo e non sono potuti/e venire.

Un grazie a booq che ci ha ospitati e a tutti i presenti, numerosi e partecipi.

Adriana, Beatrice, Egle, Rosalba, Stefania e Valentina

Pubblichiamo i tre interventi scritti che ci sono arrivati da care amiche che non potevano essere presenti, Marina Marconi, Anne Cléemence de Grolée e Paola Nicita.

Il ricordo di Marina Marconi:

“Simona era una donna affascinante, o almeno una donna che mi ha affascinato per tutta la vita. La sua cultura e la sua competenza unite ad una ampiezza di vedute non comune si accompagnava ad una capacità di inquadrare e collegare in rapida sintesi le istanze più diverse. La sua fantasia politica era inesauribile ed insieme alla capacità di suscitare interesse e azione coinvolgeva l’interlocutore traendone il meglio. Così tesseva la trama, costruendo relazioni feconde che si allargavano man mano fino alla creazione di un movimento.Ma non era una donna astratta, era una donna concreta.

Al suo arrivo a Messina come giovane sposa venne coinvolta dal partito e dalla CGIL in una battaglia di rivendicazione salariale per le raccoglitrici di nocciole di San Pietro Patti e dette un imprinting personalissimo e protofemminista al primo contratto collettivo: oltre al miglioramento dell’orario di lavoro e al miglioramento della retribuzione ottenne un fatto incredibile per quei tempi: il licenziamento del campiere che si rendesse responsabile di molestie o pretese sessuali. Eravamo nell’autunno del ’52.

Fra le infinite iniziative politiche da lei avviate voglio ricordare il “Progetto Infanzia” del comune di Palermo che dotò la città per la prima volta di un servizio sociale integrato per i bambini.

Manteneva i rapporti amichevoli anche da lontano e mi coinvolse, quando mi ero già trasferita a Roma, nell’avvio del suo ultimo progetto scrivendomi “qui si lavora sempre per questa oscura energia che ha Palermo e le sue donne, sempre disponibili a sperare che le cose vadano meglio. Stiamo inventando qualcosa che potrà avere un seguito: “Prendiamo la parola” “… Era il 22 ottobre del 2018.

Marco ricorda con affetto il suo rapporto con Simona quando fu eletto in Sicilia alla Camera dei Deputati e lei gli fu molto vicina e disponibile e lo seguì lungo il tragitto del suo mandato…

E’ difficile accettare che dobbiamo riunirci per ricordare la scomparsa di una persona come lei.

Vi saluto Marina”

Il ricordo di Anne Clemence de Grolée

“Ritengo di essere stata fortunata -appena approdata a Palermo- di incontrare tre donne eccezionali come Simona, Letizia e Rosanna.Tre donne forti, molto diverse tra di loro ma capaci di confrontarsi in una comune passione civile. Donne più grandi di me che forse mi ricordavano mia madre, un’altra forza della natura, capaci di generare e crescere figli.e ed inoltre dedicarsi a progetti per il bene comune.

Di Rosanna, in particolare, mi rimane impressa la voce, certe sue inflessioni e poi lo sguardo acuto, mobile, a dimostrare la sua curiosità intellettuale insaziabile, il suo instancabile dinamismo, talvolta una certa impazienza, per non dire irruenza…

Presente a tutti gli appuntamenti culturali, tutte le manifestazioni per i diritti civili, nella folla riconoscibile per l’accurato abbinamento di colori stoffe e monili…

Evochero’ qui alcuni momenti vissuti insieme a Rosanna:

1. Un ritorno dalla Fiumara d’arte a Palermo nella sua macchina, preferendo la statale all’autostrada, occasione di una bella conversazione sull’Homo Villinus, ossia il degrado dell’abusivismo e dell’incompiuto architettonico. In seguito collaborammo ad una sua pubblicazione sul paesaggio.

2. Un week-end ospite nella sua casa di Ustica, con Rosanna indaffarata a preparare un pentolone di salsa di pomodori, che mi racconta i suoi incontri passati con i jazzmen ospiti del Brass. E ancora Rosanna, molto a suo agio nell’elemento marino, che nuota benissimo e a lungo il crawl (io a stento nuoto a rana…)

3. Poi ci fu pure il progetto della Fonderia, ora luogo frequentato per eventi culturali o cerimonie, allora chiudo ed abbandonato.Disegnai proposte di sculture ludiche che non furono portate avanti per questioni di sicurezza. Ma ricordo soprattutto che Rosanna, oltre a disegnare sentieri a sagoma di foglia, volle con tutte le sue forze creare il giardino di pomelia in memoria di sua figlia. Così affluirono alberelli, rami potati donati dai giardini amici, oggi floridi come la vita che continua.

4. Infine voglio ricordare l’intrepida Rosanna che mi raggiunge su un colpo di testa, in pullman, a Favara per scoprire la mia installazione Cortile-curtigghiu e partecipare alla notte anniversario di Farm Cultural Park. Disse che d’altronde era il suo compleanno e lo voleva festeggiare così…

E poi, improvvisamente, senza che non si capisse il perché, Rosanna si è assentata dalla vita pubblica. Si direbbe che si è ritirata, certamente a malincuore per una così viva e, con molto pudore, è scomparsa. Ma come per Simona e Letizia, Io non sarei così sicura che se ne sia veramente andata…

Certamente, senza queste tre grandi signore che l’hanno amata e pungolata, la città di Palermo è più povera.”

Il ricordo di Paola Nicita

“FIORI

Ringraziando Rosalba Bellomare, che mi ha inviato ad condividere un pensiero dedicato a tre donne incommensurabili, diffferenti per carattere, unite fortemente dall’impegno sociale e politico: umano, in una parola. Scrivo così queste righe molto personali, molto piccole, perché comunque Letizia, Rosanna e Simona sono troppo grandi per starci dentro.Letizia la conoscevo per il suo lavoro incredibile di fotografia, passione, attivismo, e ad un certo punto delle storie della vita diventai sua inquilina della casa che stava al centro storico. Qui c’era stata la fondazione di molte cose, case editrici, riviste, amori, litigi, e tutto si respirava presente, anche se di questi fatti erano rimasti solo i manifesti e i poster appiccicati alle pareti, insieme ad una libreria carica di pubblicazioni. Raccontare Letizia a voi che la conoscete bene- sempre al presente ovviamente- mi sembra così complicato, dico solo che ci siamo sempre sentite e viste sempre in questi anni, fino ai momenti difficili, e sempre incominciando le conversazioni con le sue celebri domande personali estremamente dirette su eventuali fidanzati, diciamo così, ci siamo capite. Lei si divertiva moltissimo, e poi si proseguiva con tanti racconti, fotografia, libri, mostre, persone, fatti. Un giro del mondo,speciale; ai fiori che mi piaceva portarle, sostituii presto le piante, quando ho scoperto che non amava i fiori recisi.

Rosanna la conobbi per lavoro, la scrittura, la Rivista Per, l’impegno per la città, per il patrimonio culturale, la sua chiarezza e la sua incredibile cultura, una architetta al servizio della città, paladina dei diritti degli edifici, dei paesaggi e dei luoghi che non erano altro che uno specchio delle persone, come lei acutamente notava, e per le quali combatteva sorridente. Ero al giardino delle pomelie piantato in ricordo della figlia, e questo fiore me la ricorda molto, semplice, dal profumo intenso, ricca di sfumature dai colori caldi, un fiore che ama condividere la sua bellezza con il mondo.

Simona l’ho incontrata tante volte alla Galleria Le Nuvole con per le mostre che la figlia Raffaella con Gaetano organizzano da decenni, lei che d’altronde l’arte l’ha sempre respirata, figlia degli artisti Mario Mafai e Antonietta Raphael. Qui, amava stare durante le inaugurazioni in compagnia di vari amici e non poteva mancare Letizia: condividevano anche un amore speciale per il cinema, sostenendo che la discussione che c’era dopo la proiezione era più bella e interessante del film stesso. Così le vedevi, dopo il film parlare per ore, ognuna con il proprio punto di vista, traboccanti di passione e intelligenza, ironia e sguardo indipendente sulle cose. Se dovessi pensare ad un fiore per Simona, sarebbe un papavero con il rosso di una politica che pensa alle donne e agli uomini di questa città, nel segno di una Resistenza bella e profonda.

Care amiche, vi voglio bene.

Paola