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Eleonora Chiavetta, Dodici, Calibano, Milano 2020

Margherita Cottone

“Fare e disfare storie è la mia occupazione preferita”, asserisce l’io narrante del racconto Aprile. Per la vita, il quarto contenuto nel volume Dodici, scritto da Eleonora Chiavetta e pubblicato in piena pandemia dalla casa editrice Calibano. Anglista siciliana, già autrice di numerosi saggi e curatele, di raffinate traduzioni, ma anche di brevi incursioni nell’ambito della narrativa, Eleonora Chiavetta ci regala dodici racconti, uno per ogni mese dell’anno, nei quali affiora proprio il piacere del raccontare, del “fare e disfare storie” con mano leggera e sottile sapienza. Attraverso uno stile pacato dall’andamento musicale l’autrice ci introduce ora nell’atmosfera rarefatta di un lontano passato ora in quella più inquieta del nostro presente, raccontando storie in cui si alternano e

2021-10-28T17:43:09+00:0028 Ottobre 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

Che delusione la Sicilia

Rita Annaloro

“Che delusione la Sicilia!” mi dice un amico venuto in vacanza a Sciacca la scorsa estate, “il pesce costa come a Milano, a mare pesci non se ne vedono, le strade hanno le buche come in Veneto, le case non sono belle, e i siciliani sono ostici, neanche ti salutano. Bella gente, però” continua forse per rabbonirmi “le ragazze hanno le gambe lunghe e anche i maschi sono ben fatti…”
Ho l’impressione che chi non lo salutava fossero proprio le belle ragazze che cercava di abbordare, perché che i siciliani siano ostici è vero, ma così maleducati da non ricambiare il saluto di un conoscente, mi sembra un po’ improbabile. “E poi

2021-11-24T11:45:46+00:0028 Ottobre 2021|Categorie: Storie|1 Commento

Lettera alle amiche di Mezzocielo

Silvana Fernandez

Quando ero ragazzina mi chiamavano “occhi asciutti” perché non ero solita frignare e piangere ed ora invece… dopo tanti anni toccando i tasti del computer per cominciare a scrivere su MEZZOCIELO sento un forte groppo alla gola. È una novità sì… lo ammetto mi sono commossa, non si può staccarsi così con semplicità da qualcosa che ti è stato accanto per più di venti anni.
I tempi cambiano, vorresti cambiare anche tu, annullare il passato, ma ti accorgi che il passato c’è sempre, è solo diventato presente.
Allora ti ricordi i fiumi di parole delle prime riunioni, le impennate dei primi litigi, il trovarci d’accordo, poi improvvisamente, tutte insieme. Non voglio commemorare un Mezzocielo che non c’è più dato che,

2021-10-25T14:49:25+00:0025 Ottobre 2021|Categorie: Storie|1 Commento

La Maratona


inItalia Magazine

di Margherita Celestino

Sono partite tutte e io sono rimasta ferma. Il corpo gazzella si è trasformato in piombo. Le ho viste allontanarsi insieme e diventare puntini. Voci nella mia testa mi hanno gridato che non potevo farcela stavolta, mi hanno detto che era troppo per me. Quel giorno ho odiato la corsa. Qualcosa si è spezzato.

La pista è fatta di spine. Non ce la posso fare, le scarpe di gomma si bucano, il mio cuore frana. Mamma e papà applaudono dalla tribuna. Sono sola. Vedo il mio nome scritto dei grandi cartelli. Una bambina bionda in tribuna è vestita come me, ha pure il numero 5 stampato sulla maglia. Non

2021-08-25T01:03:01+00:0024 Agosto 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

Inno ai corpi

Carla Nigro

Non mi sono mai sentita una.

Ma soprattutto non mi sono mai sentita donna.

Questo Adesso è perfetto.

Guardando un uomo con un paio di tette

Finalmente capisco che è così che si sta

Come dentro a un corpo che è tutto propenso all’infuori. Così io sento me donna.

Adesso.

Mi commuovo e mi sorprendo.

Un’immagine trasparente la sua.

Sta forse svanendo ma lo tengo stretto questo mio corpo ibridato.

Questo mio corpo che fatica a sentirsi uno solo.

Non lo lancio nella zavorra delle nominazioni, che ci sta dentro sgomitando.

Io parlo di una sottigliezza,

Quel margine in cui tutto l’io si sforza di stare solido

Ma, signori miei, quando si vive quel margine fa fatica a restare saldo

Si trasforma

Per le forme del mondo si impietosisce

2021-07-21T10:38:01+00:0020 Luglio 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

Tre film dalla parte di lei. Anche troppo?

Marta Sollima

Nell’ultimo ventennio diversi autori cinematografici hanno incentrato le proprie produzioni su storie di donne da cui emergono messaggi e sentimenti di solidarietà, complicità e abnegazione sacrificale.

È il 1999 quando il regista spagnolo Pedro Almodóvar viene premiato con l’Oscar al Miglior film straniero per Tutto su mia madre, film che ha commosso il pubblico internazionale per l’unione battagliera e solidale dei suoi personaggi femminili, alcuni dei quali hanno fatto della femminilità il traguardo del loro mutamento sessuale (Agrado e Lola).

Non è insolito nella produzione almodovariana riscontrare una centralità dello sguardo e dell’agire femminile all’interno di storie che identificano negli uomini l’origine della tragedia e nelle donne un simbolo di unione e resistenza. Ad Almodóvar, regista omosessuale, non sono

2021-07-19T13:27:46+00:0019 Luglio 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

Shamsia Hassani, street art per la rinascita di Kabul

Stefania Savoia

“Forse posso rendere l’Afghanistan famoso per l’arte e non per la guerra”. Questo è l’obiettivo di Shamsia Hassani, street artist afgana. Dopo una formazione artistica tradizionale, Shamsia ha imparato le tecniche dei graffiti e ne ha capito le potenzialità e il grande valore politico, soprattutto in un contesto come quello in cui vive. La città di Kabul, infatti, è ancora una città di macerie, in cui ogni futuro sembra negato, ma l’arte dei suoi murales dai colori vivi non può essere ignorata e rappresenta un invito alla partecipazione, alla cultura e alla pace. In ogni graffito Shamsia riesce a portare se stessa, cancellando il paesaggio massacrato dalla memoria della guerra,

2021-07-20T16:28:03+00:0030 Giugno 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

Le parole sono le cose

Simona Arillotta

Liberazione. Mentre scrivo, è ormai trascorsa una settimana dalla festa del 25 aprile. Per giorni ho cercato di formulare un pensiero, metterlo per iscritto, trovare – insomma – le parole giuste per esprime ciò che, oggi, significa (ancora) liberazione. Non è stato semplice. Chi come me ha fatto della scrittura una professione – o almeno ci prova – sa quanto le parole siano importanti. Quanto sia fondamentale scegliere le parole da dire o – per parafrasare Alda Merini – quelle da non dire.

Qualche giorno fa, due sedicenti comici (o pseudo tali) hanno provato a spiegare in prima serata quanto la dittatura del politicamente corretto (ma esiste davvero, in Italia, il politicamente corretto?) stia ingabbiando la possibilità del

2021-06-07T09:36:46+00:005 Maggio 2021|Categorie: Storie|Tag: |0 Commenti

Un giorno mia madre mi ha detto che avrebbe voluto fumare una sigaretta

Margherita Celestino 

L’autostrada fra l’aeroporto e la città era piena di macchine e la nostra Polo blu tutta scassata era una delle tante a non vedere l’ora di essere posteggiata sotto casa. Arrivare a Palermo in estate è come infilare la testa nel forno per sentire il profumo di una torta di “bentornata” che però puzza di smog e voglia di pianificare il prossimo viaggio. Io venivo dalla Svizzera, il polmone verde della mia de-formazione artistica che mi stava trasformando in una mitteleuropea con la puzza sotto al naso. Naso che si era abituato a sentire odori come detersivo nelle case e burro in giro per la città.

Sulla A29 salsedine e residui di fogna entravano dal finestrino mischiandosi all’odore

2021-06-07T09:40:34+00:0026 Aprile 2021|Categorie: Storie|Tag: |0 Commenti

Horror Vacui

Marta Sollima

John Carpenter ha realizzato un film che si intitola Fuga da New York.

Pur non avendolo mai visto, mi sorge spontaneo adottare questo titolo applicandolo ad una mia recente esperienza: la mia Fuga da Milano.

Lo scorso febbraio ho ripreso la valigia rossa con cui sei anni fa mi sono trasferita nel capoluogo lombardo. L’ho tenuta sotto le gambe per tredici ore, durante le quali ho guardato fuori dal finestrino del treno alcuni paesaggi di varie regioni d’Italia. In diversi momenti del viaggio mi distendevo sui sedili, per poi addormentarmi con la mascherina ffp2 sul viso.

Nel 2014, anno del mio trasferimento, Milano era una metropoli horror vacui. Ovunque voltassi il mio sguardo ogni angolo della

2021-06-07T09:37:44+00:0024 Aprile 2021|Categorie: Storie|Tag: |1 Commento
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