Rosella Corrado
Due commedie francesi al cinema in questi giorni, Sotto le foglie di Francois Ozon e La gazza ladra di Robert Guediguian. Protagoniste due nonne, interpretate da due splendide attrici, Helene Vincent, ottantenne, in Sotto le foglie, Ariane Ascaride, settantenne, in La gazza ladra.
Due donne giunte alla terza età con un carico strabordante di vitalità, generose, sensibili, laboriose, forti e decise. Due nonne innamorate dei loro nipoti adolescenti, per i quali farebbero – e fanno – pazzie. Nella prima parte del film di Ozon, si evidenzia il rapporto esclusivo che la nonna, Michelle, vorrebbe con il nipote, Lucas, invitato a trascorrere le vacanze da solo con lei nella dimora di campagna, in un villaggio della Borgogna, vicino al bosco dove la nonna ama andare a passeggiare e raccogliere funghi. Nella prima parte del film di Guediguan, la nonna, Maria, appassionata di musica classica e certa del talento del nipote, Nicolas, per il pianoforte, sogna di fare di lui un grande pianista. Decide perciò di prendere in affitto un pianoforte e anche di pagare – lei modesta badante – le lezioni private di piano necessarie a permettere al ragazzo di partecipare ad un concorso per vincere una prestigiosa borsa di studio.
Le due storie, che scorrono inizialmente tranquille, subiscono una scossa quando si comincia a scoprire il passato delle due donne.
Il passato della protagonista di Sotto le foglie è prefigurato dall’episodio evangelico di Maria Maddalena, letto e commentato in chiesa nell’incipit del film. Al passato di Maria rimanda il titolo La gazza ladra ripreso dall’opera lirica di Gioacchino Rossini. Maria infatti ricorre a piccole ruberie ai danni di quegli anziani di cui pur si occupa con premurosa cura e affetto sincero.

Sotto le foglie di Francois Ozon
Nella vita trascorsa di entrambe le amorevoli nonne, c’è una colpa, un peccato, un reato, imperdonabile soprattutto da parte delle figlie, le madri dei nipoti adorati, con le quali perciò il rapporto non può essere sereno.
I due film pongono una questione morale, di fronte alla quale Ozon e Guediguian sospendono il giudizio affidandolo alla coscienza dello spettatore. Entrambi i registi però mostrano autentica comprensione umana per due donne che hanno sbagliato ma hanno un cuore grande e la capacità di sostenere con il loro amore chi le circonda.
Sotto le foglie e La gazza ladra sono due film coinvolgenti, appassionanti, forti della brillante interpretazione non soltanto delle protagoniste ma di tutti gli attori e arricchiti da una ambientazione particolarmente suggestiva.
In Sotto le foglie si respira l’aria del bosco dai colori cangianti, dove la protagonista va alla ricerca dei funghi mentre continua poi ad amare e curare la natura nel piccolo orto di casa.
Ne La gazza ladra, si percorrono le strade e i vicoli di Marsiglia, la città, tanto amata, di Guediguian, si ammirano i balconi rivestiti di piante in fiore, si godono gli scorci aperti sul mare, si incontrano gli amici nei ritrovi di quartiere.

La gazza ladra di Robert Guediguian
Al di là degli aspetti che legano le due protagoniste, nonne amorevoli non esenti da colpe, i due film sono molto diversi. Una commedia, delicata e profonda, La gazza ladra, che tocca temi morali – la colpa – e sociali – la sperequazione – ma scivola leggera e non manca di una felice ricomposizione finale raggiunta grazie all’Amore che aggiusta ogni cosa.
Ibridato di più generi, Sotto le foglie, che ha una sceneggiatura complessa e personaggi sfaccettati e mutevoli. Commedia nel racconto iniziale della vita quotidiana della nonna Michelle, dramma nel rapporto conflittuale tra la madre e la figlia Valerie; dopo la morte di Valerie il film diventa un giallo teso a scoprire la verità su quella morte, incidente o delitto. A differenza del giallo classico, il film di Ozon lascia domande senza risposte e affida allo spettatore l’interpretazione di alcuni dei fatti accaduti e il giudizio sui personaggi. Il titolo Sotto le foglie rinvia a un sommerso che non è soltanto quello dei funghi nel bosco, ma anche quello di verità occultate e colpe impunite.
Due registi, Ozon e Guediguian, che hanno comprensione e rispetto per vite ‘immorali’ ben sapendo che la persona umana non si esaurisce in un singolo comportamento, seppure reiterato, ma conserva qualità e doti che oltrepassano l’errore.
Nessuna persona è riconducibile ad un singolo atto o comportamento come sa il Padre dei Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello che non accetta di essere ‘agganciato’ alla colpa rimproveratagli dalla Figlia perché ci accorgiamo, voglio dire, di non essere tutti in quell’atto, e che dunque un’atroce ingiustizia sarebbe giudicarci da quello solo, tenerci agganciati e sospesi, alla gogna, per un’intera esistenza, come se questa fosse tutta assommata in quell’atto!
Non ho visto i due film di cui ci parla Rosella Corrado ma a fine lettura mi sento come invitato ad andare a vederli, infatti vi ho colto tematiche da fare venire la vertigine, cioè l’amore che riposa (o galleggia) sulle ombre più o meno dense del passato e da qui l’interrogativo sulla nostra identità nel corso del tempo. Ma forse sto andando troppo oltre. La soluzione è andare a vederli!
I due film francesi trasmettono intensità e forza allo spettatore, perché come sottolinea l’articolo di Rosa Corrado, le due protagoniste amano i loro nipoti, li mettono al centro della loro vite. Questo Amore, al di là degli intrecci avvincenti, è quello che resta nel cuore di ognuno di noi!
Ho visto i due film e da appassionata di Guediguian sono rimasta piuttosto delusa da “La gazza ladra”che ho trovato anche un po’ noioso mentre “Sotto le foglie”mi è piaciuto moltissimo .In effetti la cosa più interessante e che accomuna i due film è il grande amore che una nonna può provare per un nipote