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Circa Beatrice Agnello

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IRAN CALLING

Beatrice Agnello

“Che fare per l’Iran? Innanzitutto, non è vero che nulla serva o nulla conti. Anche in Italia, per esempio, potrebbe essere approvata una risoluzione (il parlamento francese e quello olandese lo hanno già fatto) con cui i pasdaran vengano dichiarati un gruppo terroristico e si chieda l’espulsione dell’Iran dalla Commissione Onu per i diritti delle donne (dove la Repubblica Islamica siede, chissà per proteggere quali diritti). Prima ancora bisogna difendere e comprendere il valore della parola: capire il suo ruolo riparatorio, e il manto protettivo che può stendere — come un potere magico — contro l’abuso più stritolante e la violenza fisica, semplicemente svelandoli.

Quando i grandi avvocati per i diritti umani dell’Iran, donne straordinarie come la Nobel Shirin Ebadi o Nasrin

2022-12-12T23:46:11+00:0010 Dicembre 2022|Categorie: Il nostro presente|0 Commenti

COMUNALI A PALERMO, REGIONALI IN SICILIA

Beatrice Agnello

I dati.

Uno scarto di venti punti a favore della coalizione di centrodestra e sindaco eletto al primo turno Roberto Lagalla.  Che anche a Palermo il Pd sia stato il partito più votato, per una manciata di voti, è una magra consolazione per chi ci ha messo una croce sopra (in tutti i sensi: nel senso buono, ho votato Miceli, Milena Gentile e Marco Pomar; in quello cattivo ho smesso già da tempo di illudermi sul Pd). Anzi forse neanche una consolazione, visto che questo piccolo dato positivo potrebbe spingere i mediocri personaggi che compongono il suo stato maggiore siciliano a continuare nella direzione da tempo intrapresa, con i soliti metodi equilibristi da signori delle tessere, mettendo in secondo

2022-08-24T18:19:44+00:006 Luglio 2022|Categorie: Il nostro presente|0 Commenti

SIMONA MAFAI: CON MEZZO CIELO PER UNA TERRA MIGLIORE

Beatrice Agnello

1. Sotto il segno dell’estro
Non so se Simona avrebbe esordito in un’eventuale autobiografia come Miriam nella sua: “Sono nata sotto il segno felice del disordine”. Non credo, penso che un po’ ne avesse sofferto, al contrario della sorella maggiore che definisce “più zingara”, ma anche per lei quel fertile disordine era stato un gran nutrimento. Era frutto non solo dell’essere figlia di due artisti che hanno segnato il Novecento, ma soprattutto della passionale, rigorosa e allo stesso tempo anarchica personalità della madre, Antonietta Raphael, nata nella Lituania allora (1895) annessa all’Impero Russo, figlia di un rabbino, emigrata a Londra dopo la morte del padre, innamoratasi di Mario Mafai nel corso di un lungo Grand Tour, intrapreso per conoscere

2022-07-06T11:53:17+00:005 Luglio 2022|Categorie: La nostra memoria|1 Commento
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