ph © rosellina garbo Ufficio stampa Teatro Massimo

 

 

Egle Palazzolo

Il pubblico ci sta. Non diciamo che l’opera buffa caschi a puntino in queste nostre giornate ma qualche distrazione non fa male. E se la lirica è una risorsa, sotto molti aspetti la si riguardi e comunque ci si giovi di lei, Rossini fa musica che ci trascina e scelte che riconosciamo. E riscatta, con successo inveterato, i patimenti che pure per il suo barbiere ebbe ad affrontare. 

Giovedì 25 l’ultima rappresentazione e Figaro dismette i suoi pantaloni rosso fuoco appena sfoggiati e aspetta nuove occasioni. Lui c’è e resta abbastanza invariato rispetto al simbolo che ne abbiamo fatto sia sul palcoscenico che fuori. La sua capacità di vivere, con equilibrio e divertissement, una vita dove i quattrini non devono mancare, lo lasciano, arguto e simpatico, colpevole e innocente, nella storia di una lirica che può, se ce la fa, portarti dove vuole, teatralmente mediando. Qui, intanto, e conta non poco, a dare vigore e profondità è da notare per primo il giovanissimo (appena venticinquenne), magro e scattante direttore d’orchestra: Riccardo Bisetti. Si è parlato forse di una sua bacchetta accelerata ma è palesemente piaciuto a chi dalle note di Rossini, un po’ se lo aspetta. Ed è stata una partitura interpretata con maestria .Poi va detto di una regia limpida e rispondente, chiara e perfettamente idonea alla scena, ai suoi colori, ai vestiti, al gusto fantoccesco ma sensibilissimo della recitazione, quella di una donna Stefania Bonfadelli  che ha dosato in ritmica miscela, ironia e amarezza e ha lasciato ai personaggi pur nella loro comicità qualcos’altro, a del resto tutte donne per scene, costumi e luci , Serena Rocco, Valeria Donata Bettella, Fiammetta Baldiserri con Daniela Gullo e Giulia Bandera: un ottima squadra che ha creato lodevole e soprattutto non casuale contesto.

Alla fine dei due non brevi atti, ripetute uscite di scena a partire da Don Bartolo, un Vincenzo Taormina (e parliamo per tutti della serata di debutto) che davvero ha saputo dare personalissimo segno del personaggio, con una interpretazione ricca e incisiva e una lodevole presenza scenica, grande consenso anche al barbiere inarrestabile e sfrontato con la solida voce di Mattia Olivieri, alla versatile, ed efficace Rosina, Maria Kataeeva, senza dubbio, padrona di scena. E con loro un conte di Almaviva con le sue belle “arie” e gli intrighi di cuore è stato Ruzil Gatin mentre a combatterlo Simon Orfila nei panni di un Don Basilio e del suo oberato personaggio. Deliziosa, piace dirlo la Berta di Noemi Muschetti in attesa finale di Italo Proferisce, l’ufficiale Fiorello. Col quale anche lei avrà le gioie dell’amore.

La stagione 2025 /26 è attesa per il prossimo 21 novembre col dittico che ci farà ascoltare Rachmaninov e Leoncavallo in Aleko e ne I pagliacci. Dirigerà Rosario Lanzilotta e alla regia, e piace sottolinearlo avremo ancora una donna, Silvia Paoli.